Da qualche tempo le Cure palliative (dal latino pallium, mantello) sono simboleggiate dall’effige di San Martino, il soldato romano del IV secolo che scoprì il messaggio evangelico durante la sua formazione giovanile e condivise il mantello con un povero che incontrò lungo la strada, in una giornata di pioggia e vento. Come il santo è diventato, per quel gesto, emblema di carità e ospitalità, così le Cure palliative sono pratiche di cura che “avvolgono” e proteggono l’ammalato, “coprono” tutta la sua persona (non solo i sintomi fisici, ma anche i suoi bisogni umani, spirituali e sociali), mentre si trova in uno stato avanzato di malattia, in cui guarire non è più possibile.
Il termine “Cure palliative” richiama il rispetto di tutti i diritti che questi pazìenti conservano: il diritto alla cura e alla dignità, il diritto di poter vivere fino alla fine una certa qualità della vita, il diritto agli affetti… In provincia di Sondrio esistono almeno dodici chiese dedicate a San Martino. L’Associazione “Siro Mauro” per le Cure palliative in provincia di Sondrio ha scelto come logo un’effige del santo della nostra zona, per significare le finalità e lo spirito che ci animano ma anche come richiamo alle nostre radici, che ci ricordano come le Cure palliative sono qualcosa di antico e di nuovo insieme, perché un tempo come oggi ci si aiutava di più nel condividere la malattia e la terminalità.
Il mantello di San Martino
San Martino – soldato romano del secolo IV che scoprì il messaggio evangelico durante la sua formazione giovanile – condivise il suo mantello con il povero che incontrò per strada in una giornata di pioggia e di vento: non poteva fare molto per lui, non poteva cambiare la sua situazione ma poteva confortarlo e ristorarlo sottraendolo al freddo e all’ abbandono, offrendogli metà del suo mantello. “Dio ve ne renda merito”, così lo ringraziò il povero. Ne seguì nel corso della giornata – secondo la leggenda
– un cambio repentino del tempo: uscì il sole e il vento si calmò (la cosiddetta estate di San Martino).
Perciò questo santo fin dall’ antichità è diventato un emblema di carità e ospitalità, e recentemente, è stato scelto come riferimento delle Cure palliative, con l’istituzione dell’ 11 novembre quale Giornata nazionale per richiamare l’attenzione pubblica e civile sui temi del dolore, della terminalità, delle cure, del diritto ai farmaci.
Perché il nostro logo?
Guardatevi intorno, sbirciate nelle Cappelle, osservate i dipinti e coppelle nelle nostre chiese e con estrema facilità incontrerete un San Martino: a Pedenosso, Grosio, Tirano, Teglio, Morbegno… in Valtellina si contano ben 12 chiese dedicate a questo Santo.
Anche noi abbiamo fatto questa scoperta e consideriamo queste presenze delle tracce/testimonianze antiche di una sensibilità e ospitalità delle generazioni e culture precedenti verso chi era esposto alle intemperie della vita, chi era povero e malato, chi era viandante (spesso il San Martino è in luoghi di transito, una volta zone pericolose per la loro collocazione o per il rischio di aggressioni). La scelta di un’effige del santo della nostra zona, come logo della nostra Associazione ci è sembrata perciò rappresentativa delle finalità e dello spirito che ci anima; il richiamo alle nostre radici, inoltre, ci fa dire che le cure palliative sono qualcosa di antico e insieme di nuovo, perché un tempo come oggi, ci si aiutava nel condividere di più la malattia e la terminalità.